Ballarci sopra

A 6 anni odiavo gran parte delle cose che mangiavo (ora mangio tutto).

A 7 anni odiavo il solfeggio.

A 8 anni odiavo il solfeggio cantato.

A 9 anni odiavo i ritiri spirituali a B.

A 10 anni odiavo suonare ai concorsi, entravo in ansia previsionale un mese prima.

Alle medie ero un simpatico cicciottone con occhiali giganti che suonava uno strumento strambo (la fisarmonica), meravigliosamente complicato e bello, per di più studiando musica classica. Una cosa decisamente rock se ci pensate, anche se il quadro generale non aiutava tantissimo le prime frequentazioni femminili.

A quell’età suonare non mi piaceva molto, suonavo un po’ per dovere, seppur andare a lezione era bello. Abbandonate le lezioni di musica a causa del funesto liceo classico, iniziai a suonare, finalmente, solo per piacere. Con i soldi della prima estate di lavoro a 14 anni comprai una tastiera Roland che il nano fracassó anni dopo con una bastonata in un tasto centrale (nel file Excel delle spese che mi dovrà rifondare compare alla cella 24, dopo la cella 23 “locale, appena reimbiancato, tutto disegnato”).

Da quel momento ho suonato solo per mio gusto e questa cosa è rimasta una grande risorsa, seppure il livello è amatoriale e molto artigianale (cioè scarso, ma divertente). Chiunque suoni e ami farlo penso che descriva così la musica: una risorsa.

Le risorse vitali sono quel serbatoio dove pescare quando il rumore di fondo della vita rischia di diventare assordante. Saper strimpellare qualche nota è uno spazio di ricordo di sè essenziale quando intorno magari sei calamitato a cose poco umane impostate sul dovere, l’utile, il profitto, la resa metrico-economica. Il rock poi ha davvero quella qualità del “non risolvere i tuoi problemi ma permettere di ballarci sopra”, come dice la famosa frase. Un diversivo diversamente divertente, che fa spesso da boccata d’aria fresca a pieni polmoni, dando sospiri di sollievo in presenza e da tenere come riserva sicura futura.

Ieri durante il concerto di Weezer e Green Day pensavo che sicuramente non erano i migliori gruppi che ho visto.

Ma certo tra i più divertenti, con gente felice che se la ballava sopra alla grande.