Alfa e Beta

Uno dei grandi eventi nel paesino di T., che stava accanto al mio e da cui arrivavano i migliori ripetenti diciottenni delle scuole medie, era l’arrivo dei Baracconi.

Verso Pasqua tre giostre un po’ miserelle si fermavano per un mesetto in uno spiazzo polveroso e svuotavano le tasche di generazioni che nel tempo avevano dovuto assorbire il trauma del progressivo passaggio del costo del gettone da 500 a 1000 Lire.

Ai Baracconi i diciottenni pluriripetenti delle medie sfoggiavano le nuove conquiste, tutte le tue coetanee che ruotavano a breve giro.

Avevano motorini elaborati che arrivavano agli 80 all’ora in discesa, bevevano birre terribili in lattina cui si avvicinavano solo loro e i più ruvidi muratori della zona. E avevano sempre denaro per fare giri sulle giostre senza problemi, guidando gli autoscontro seduti sul bordo alto posteriore della macchinina, tenendo il volante con una mano sola perché con l’altra fumavano terribili sigarette nazionali che solo loro e i più ruvidi muratori della zona fumavano.

I Baracconi erano una grande palestra di vita: mostrava i vincenti nel branco.

La prima impellente sete di conquista femminile spingeva molti a provare le stesse cose, la stessa loro formula, più o meno, per farcela.

Così capitava di vedere non ripetenti quattordicenni cercare di raggiungere con i rampichini cambio Campagnolo i 50 all’ora in discesa, aprire lattine di terribili bibite ipergassate di sottomarca, portarsi pacchetti di sigarette nazionali (che non fumavano) in tasca e fingere di avere disponibilità per fare x giri sugli autoscontri, avendo in realtà solo mille lire da dividere anche con l’amico che non ne aveva.

Così la più parte del tempo il gruppo beta dei non ripetenti guardava il gruppo Alfa sicuro, vincente e ripetente.

Un grande evento di svolta fu ad un certo punto il passaggio ai Baracconi di una canzone, Smells like teen spirit, che fece sentire molti del gruppo beta i veri fighi.

Chi la cantava mostrava che era figo, fighissimo, essere beta, che i più fighi, i fighi davvero, erano i beta.

Tanti iniziarono a provare a suonare quelle cose, a cambiare vestiti, a diventare grandi. E persino molti Alfa, senza gran successo, si diedero arie da beta

I Nirvana, comunque, non se li filavano moltissimi: il Grunge ebbe molto più successo morto Cobain. Io stesso in quel periodo passai ad una breve fase metal fatta di Manowar e altri improbabili gruppi iron&steel.

Poi due-tre anni dopo, sui pullman Giuliani e Laudi, nelle casse dei supermercati, ad ogni singola stazione radio del mondo, anche nei gabinetti degli autogrill Maina, una canzone infame, una terrificante nenia sdolcinata per mesi ammorbò le orecchie di tutti.

Trattavasi di Always di John Bon Jovi.

Molti maschi Alfa naturalmente la amavano: nel frattempo erano passati piano piano dalle medie a scuole superiori che non frequentavano e si muovevano in auto biturbo perché erano in terza superiore ma avevano 20 anni.

Era il 1994, e in quello stesso anno si suicidava Kurt Cobain.

Sul pullmann molti del gruppo beta erano in lutto e lo sarebbero stati per mesi anche perché, mentre soffrivano interiormente, Always di John Bongiovanni continuava, sistematicamente, a passare.

Un giorno si narra che un uomo del gruppo beta, finalmente reso a suo modo alfa da Kurt Cobain, dopo lungo corteggiamento, avesse praticamente conquistato in autobus una molto bella ragazza.

Lei saliva a una delle ultime fermate, quindi era un compito non facile data la scarsità del tempo a disposizione e il grande affollamento del pullmann.

Nel parlarle un giorno le disse “Ma hai sentito che è morto Cobain?”.

“Chi, quello di Always?.

Non si conosce molto bene la fine di questa storia.

Forse i due si sono amati e ora hanno tre figli.

O forse no.

Immagine: Feliz cumpleaños Kurt Cobain” by Cambio de Flickr :B !!! is licensed under CC BY 2.0.